Pediatria On Line è la community dei Pediatri Italiani: un circuito di discussione e confronto fra migliaia di medici specialisti moderni ed aggiornati.
dal passato al presente
(seconda parte)
a cura di: Dott. Antonio Semprini (pediatra)
Nel 1787 Joseph J.Mastalier aveva fondato a Vienna un “Primo istituto pubblico per bambini malati”, che non era un vero e proprio ospedale, ma, piuttosto, un ambulatorio pediatrico. Questo istituto ebbe maggior fortuna di quello che Armstrong aveva fondato qualche anno prima a Londra, .perché sopravvisse per tutto il XIX secolo diventando la culla della pediatria austriaca. Nel 1837, con solo 12 letti, venne fondato, sempre a Vienna, l’Ospedale pediatrico S.Anna, che alla fine del secolo diventò un fiorente istituto clinico con 100 letti, abilitato all’insegnamento della pediatria. Gli diedero lustro uomini come il dott. Mauthner, che ne fece la seconda culla della pediatria austriaca dopo l’istituto fondato da Mastalier e, nel 1858, il suo successore F.Mayr, fondatore della Scuola pediatrica viennese.
Ancora a Vienna, nel 1842 fu fondato l’Ospedale S.Giuseppe, capace di 20 letti, istituito come scuola infermieristica pediatrica.
A Berlino nel 1843 fu fondato l’Ospedale Elisabetta con 43 letti e nel 1844 l’Ospedale Luisa. Altri ospedali pediatrici più o meno importanti furono fondati nel corso del secolo: nel 1845 a Francoforte sul Meno, nel 1846 a Monaco di Baviera, Amburgo e Brema, nel 1847 a Kassel, nel 1859 ad Heidelberg e Gotenburg, nel 1862 a Berna e Basilea, nel 1863 a Dresda e Lipsia, nel 1865 a Mannheim; ancora a Vienna fu fondato nel 1873 l’Ospedale Leopoldo, capace di 72 letti con reparto per l’insegnamento e l’Ospedale Rodolfo con 48 letti, anch’esso con reparto per l’insegnamento, fu fondato nel 1875; nello stesso anno fu fondato un ospedale pediatrico a Francoforte sul Meno di 18 letti, dove venivano accettati solo bambini dai 5 ai 15 anni di età.
Negli ultimi anni del XIX secolo nacque un altro ospedale pediatrico a Dresda. Come si può vedere in tutta l’area di cultura germanica, avendo come centro propulsore la Scuola pediatrica viennese, si ebbe un pullulare di ospedali pediatrici, testimonianza di un sempre più acceso interesse per i problemi dell’infanzia.
Già nel corso del XVIII secolo la pediatria tedesca aveva cominciato a dare notizia di sé. Nel 1753 Jakob Reinbold Spielmann (1722-1783) (1) aveva cominciato tra i primi, insieme a B.E.Rang, ad analizzare il latte di donna e degli animali domestici, pubblicando nel 1763 le Institutiones chemicae praelectionibus academicis accomodatae, che sarebbero state tradotte in italiano, francese, tedesco e russo, dove esponeva i suoi metodi di analisi del latte, dell’urina, della bile, delle acque minerali, etc.
Professore di Istituzioni mediche nell’Università di Magonza, si occupò in particolar modo del lattime (2), proponendo come cura l’Erba della Trinità (Jacea tricolor).
Al giro di boa del XIX secolo compaiono figure di sempre maggior prestigio e sempre più interessate ai problemi della patologia infantile, come:
Ma la medicina tedesca, e con essa la pediatria, troverà la sua massima espressione in scienziati come :
La pediatria tedesca nacque ufficialmente nel 1830 con la fondazione di un piccolo reparto nell’Ospedale della Charité di Berlino, che si sviluppò come clinica nei decenni successivi sotto la direzione del Barez, il quale è degno di menzione per la sua prestigiosa attività didattica e per aver fondato la prima rivista della letteratura pediatrica mondiale: il Journal fur Kinderkrankenheit. Nella seconda metà dell’800 la pediatria tedesca prenderà il sopravvento su quella francese, che fino ad allora era stata dominante. Determinanti, per la supremazia germanica in campo pediatrico, furono numerose figure di medici , non sempre necessariamente pediatri, dei quali citerò solo quelli che diedero un contributo del tutto originale allo sviluppo di questa specialità.
Ostetrico, dopo la scoperta del gonococco effettuata da Neisser nel 1881, propose la profilassi della congiuntivite blenorragica del neonato, principale causa della cecità neonatale accanto a quella vaiolosa, con la instillazione nel sacco congiuntivale di nitrato d’argento al 2%, ridotto in seguito all’1%.
Considerato il fondatore della pediatria clinica in Germania, fu allievo di Schonlein e di Romberg e divenne direttore della Clinica pediatrica della Charité di Berlino, iniziando lì la sua intensa attività di docente e di scienziato. Il suo nome è particolarmente legato alla “purpura fulminans”, che da lui prese il nome di Porpora di Henoch. Importante il suo trattato di Pediatria, pubblicato nel 1881 e tradotto anche in Italia da G.A.Dotti nel 1903.
Direttore dell’Ospedale Distrettuale di Lipsia, si dedicò con predilezione alla patologia dell’infanzia interessandosi specialmente delle malattie infettive e, in particolar modo, della difterite. Nel 1891 fondò l’Ambulatorio e l’Ospedale Pediatrico di Lipsia dove gli fu assegnata la cattedra universitaria di Pediatria. Fu successore di Henoch a Berlino dal 1894 al 1913. Dimostrò il carattere di specificità del meningococco e legò il suo nome all’endocardite luetica.
Il cui nome è legato soprattutto alla compilazione di un poderoso trattato di pediatria in sei volumi (3), per la stesura del quale ottenne la partecipazione dei maggiori esponenti non solo della pediatria mondiale, ma anche dell’anatomia, fisiologia e clinica del suo tempo. Quest’opera sarà tradotta anche in lingua italiana tra il 1883 e il 1887 su iniziativa dei medici della Scuola napoletana. (4)
Studiò in modo particolare la composizione chimica del latte di donna confrontandolo con quello dei mammiferi domestici allargando i suoi interessi al trattamento dietetico delle malattie infantili. Nel 1880 fece una prima importante classificazione delle malattie gastroenteriche infantili. Fu un attento studioso, insieme al Soxhlet della “chimica del latte”. Per tutti questi motivi fu considerato uno dei fondatori della moderna pediatria.
Chimico e fisiologo, fece studi sulla sterilizzazione del latte e inventò il notissimo apparecchio che porta il suo nome. Continuò gli studi sulla composizione chimica del latte, stabilendo che il latte ha una reazione leggermente alcalina o neutra, arrivò a frazionare le proteine del latte in caseina, albumina, globulina e lattoproteine, a identificare nel lattosio l’unico zucchero presente nel latte, oltre che i grassi e i sali minerali, limitandosi a definire sostanze misteriose quelle che più avanti verrano definite “ vitamine”.Propose la preparazione del malto destrinizzato che fu noto come “ zucchero nutritivo di Soxhlet”.
Nel 1870 descrisse la “ dermatitis esfoliativa neonatorum” ( morbo di Ritter). Fu direttore del Brefotrofio di Praga.
Succedette a Ritter nella direzione del Brefotrofio di Praga che, sotto la sua direzione divenne una grande scuola pediatrica, anche per il grande materiale umano che si rendeva, purtroppo, disponibile tra i numerosi bambini abbandonati, sia che fossero in vita sia che fossero deceduti. Egli fu il primo a introdurre la lavanda gastrica anche ai bambini.
Fece ricerche fondamentali sul metabolismo alimentare e sul fabbisogno giornaliero delle sostanze nutritive. E’ suo il concetto di “ metabolismo basale”.
Approfondì gli studi sul metabolismo, propugnandone la cura con i preparati di fosforo e con l’olio di fegato di merluzzo, quando ancora era ignoto il concetto di avitaminosi. Condusse studi anche sulla lue congenita e altre malattie infantili.
Lombardo di nascita, avendo condotto gli studi di medicina a Vienna ed essendo stato assistente nell’Ospedale dei bambini S.Anna, potè diventare professore in quella Università, divenendo nel 1893 direttore dell’Allgemeine Poliklinik. Socio di molte Accademie nazionali e straniere pubblicò numerosi articoli sulle più diverse malattie infantili, collaboratore di importanti riviste pediatriche , fondatore e ed editore di alcune di esse. Ma il suo maggiore merito sta nell’avere favorito la fondazione degli ospizi marini per bambini scrofolosi e rachitici.
Legò il suo nome alle ricerche batteriologiche sui germi intestinali e sulle modificazioni della flora intestinale del lattante nei disturbi di origine alimentare. Il ”bacterium coli”, da lui scoperto, fu denominato “Escherichia coli”.
Dimostrò la presenza di fermenti amilolitici nel pancreas dei neonati e si interessò al problema delle coliche addominali del neonato. Il suo nome è legato al riflesso arcaico del’abbrancamento (riflesso di Moro).
Descrisse l’edema angioneurotico che porta il suo nome e la tecnica della puntura lombare.
Successore di Heubner a Berlino, studiò la “diatesi essudativa” e fece una classificazione dei disturbi della nutrizione basata su fattori eziologici alimentari, batterici e costituzionali.
Si interessò eminentemente di alimentazione infantile e dei disturbi della nutrizione. Classificò le malattie della nutrizione in base ai quadri clinici: acuti lievi = dispepsia; acuti gravi = tossicosi; cronici lievi = distrofia; cronici gravi = atrofia, senza alcun riferimento ai fattori etiologici. Propose il latte albuminoso nella terapia delle dispepsie fermentative.
Pediatra ungherese, studiò a Vienna e a Graz. Il suo nome è legato alla prova diagnostica della sensibilità del bambino alla difterite (reazione di Schick).Divise con Von Pirquet la fama per gli studi sull’allergia.
Successore di Escherich a Vienna dopo essere stato direttore della Clinica Pediatrica di Baltimora negli USA, legò la sua fama alla formulazione del concetto di allergia, alla cutireazione tubercolinica, e agli studi sui problemi dell’alimentazione infantile introducendo il concetto di intolleranza alimentare. Oltre che essere un scienziato di grande ingegno fu anche un apostolo dell’infanzia sofferente e per questo si dedicò intensamente anche alle problematiche sociali divenendo infaticabile organizzatore di provvidenze sociali a favore dell’infanzia stessa., specie dopo la tremenda carestia che colpì l’Austria dopo la sconfitta della I guerra mondiale.
Come si può dedurre da quanto riportato, la scuola tedesca si distinse specialmente nel campo dei disturbi gastrointestinali e del metabolismo, allargandosi anche ai primi studi sull’allergologia.
Dopo il primo generoso esperimento di George Armstrong che nel 1769 aveva aperto un ambulatorio pediatrico a Londra e che era riuscito a curare in 12 anni di attività il considerevole numero di 35.000 bambini, sostenendo quasi da solo le spese e le fatiche della sua lodevole iniziativa, prima di avere un vero ospedale pediatrico in Gran Bretagna bisogna attendere la seconda metà dell’800, quando a Londra sarà fondato l’Ospedale pediatrico di Great Ormond Street nel 1852.
Il fondatore fu Charles West, che aveva precedentemente diretto a Londra l’Ambulatorio Reale per bambini. Dotato inizialmente di 10 letti, fu portato a 75 nel 1868 e a 104 nel 1871. Fu il primo luogo di insegnamento della pediatria per studenti e medici, ma anche per infermiere e mamme che desideravano istruirsi nel modo di allevare il proprio bambino.
Nell’Ospedale generale di Manchester nel 1855 furono destinati 46 letti alla pediatria, cui seguì nel 1856 la costruzione di un padiglione capace di 140 letti adibito a Clinica pediatrica. Nel 1866 a Londra sorsero il Victoria Hospital con 65 letti e il Belgrave Hospital con 20 letti; nel 1867 il North eastern Hospital con 55 letti; nel 1868 l’East I Hospital con 92 letti e altri minori; nel 1869 l’Ospedale Evelina con 100 letti e altri minori; nel 1872 il Royal Hospital con 50 letti. Nello stesso anno a Belfast sorgevano tre ospedali pediatrici e a Dublino un ospedale di 21 letti.
Nel 1875 a Londra sorgeva il Cheyne Hospital con 32 letti, destinato a bambini affetti da malattie croniche e incurabili.
Finisce così la lunga serie di ospedali pediatrici sorti nel territorio britannico a partire dalla seconda metà dell’800, ospedali che vediamo concentrati soprattutto nell’area metropolitana di Londra. Ci si potrà chiedere perché, dopo il pionieristico e felice esperimento di G.Armstrong ancora in pieno XVIII secolo, si sia atteso ancora tanto per costruire un primo ospedale pediatrico a Londra, quando in Francia l’Hopital des enfants malades commemorava già il suo primo cinquantenario. Sarebbe interessante indagare a livello storico-politico ed economico il perchè di questo “ hiatus” della politica sanitaria britannica.
Sembra però di poter affermare che ciò fosse dovuto anche all’opposizione di una corrente culturale molto impegnata in campo socio-sanitario, capeggiata da miss Florence Nightingale ( la famosa “signora della lampada”, così chiamata dai soldati che la vedevano vagare nelle ore notturne tra i feriti in battaglia negli ospedali di guerra). Questa peraltro generosa signora era decisamente contraria agli ospedali pediatrici, perché riteneva che per ogni bambino fosse necessaria una persona che lo accudisse, perciò inattuabili. (5)
Se non le scuole di pediatria, almeno i primi interessi per le malattie che colpivano l’infanzia videro la luce tra i primi in Gran Bretagna già nel lontano XVII secolo.
Daniel Whistler (1619-1684) prima, con una sua tesi di laurea, Francis Glisson (1597-1677) subito dopo nel 1650, con il suo fondamentale trattato sull’argomento, avevano dato il via all’interesse e agli studi sul RACHITISMO.
L’Ippocrate inglese (così fu chiamato per la sua grande statura di medico e di maestro di scuola ippocratica) aveva compiuto studi su diversi argomenti di interesse pediatrico, come le malattie esantematiche, la corea (corea del Sydenham), la dentizione difficile, lo scorbuto. Il suo allievo Walter Harris (1647-1732), aveva pubblicato a Londra nel 1689 uno dei primi testi di pediatria il De morbis acutis infantum, che era stato un testo di riferimento per i medici di tutta Europa per circa un secolo, fino a quando non vennero pubblicati i testi di Rosenstein, Armstrong e altri.
L’Harris non aveva seguito però le orme del suo grande maestro di ippocratica dottrina, perché era diventato seguace dell’olandese Franz De La Boe, detto Silvius, fondatore della iatrochimica. Questa nuova dottrina, che avrebbe trovato numerosi seguaci in Europa, anche attraverso gli scritti di Harris, suo seguace, considerava la malattia come il risultato di squilibri chimici.
Per quel che riguardava i bambini, Harris attribuiva le loro malattie all’acrimonia, vale a dire all’acidità dei loro umori, a sua volta dovuta alla loro natura umida. Per questo motivo i rimedi terapeutici di questa scuola di pensiero ( perché era una scuola di solo frutto speculativo) erano i medicamenti alcalini. Malgrado la infondatezza di questa dottrina, i medici che la praticavano non provocarono, tutto sommato, maggiori danni di quanti non ne crearono gli altri seguaci dell’ortodossia ippocratica, seguaci della dottrina “ degli umori”.
La pediatria inglese vide i suoi albori, nella sua forma assistenziale dettata da grande sensibilità umanitaria, con la figura di George Armstrong, di cui ho parlato sopra per quel che riguarda il suo Ambulatorio pediatrico. Ma Armstrong va citato anche per essere l’Autore di uno dei maggiori trattati di pediatria della sua epoca, il “ Trattato sulle malattie più fatali dei bambini”, dove, nella sua terza edizione scrive anche uno dei primi e importanti saggi sull’allattamento artificiale.
Gli fece seguito Andrew Wilson (1718-1792), suo successore per breve tempo nella direzione dell’Ambulatorio pediatrico di Londra, che doveva chiudere i battenti nel 1783 poco dopo la morte del suo fondatore. Erano venuti meno l’entusiasmo e, di conseguenza, la volontà di continuare, i benefattori e i soldi. Wilson scrisse nel 1783 un libro dal titolo “ Aforismi per un testo di pratica lettura sulla costituzione e le malattie dei bambini” che ebbe molta diffusione come testo pratico in Gran Bretagna e in tutta Europa, Italia compresa. (6)
Facendo tesoro dei frutti della sua esperienza maturata nell’Ospizio dei trovatelli di Londra, aveva scritto nel 1748 un libretto sul governo del bambino dal titolo”Essay upon nursing”.
Ostetrico di Londra, si interessò anche alla fisiopatologia del bambino e arrivò a fare la prima descrizione clinica della tetania infantile nel suo “ Considerazioni su qualcuna delle malattie più importanti dei bambini”.
Fu autore di un importante trattato pubblicato nel 1784 , che fu un classico della pediatria fino a metà ‘800 (Trattato sulle malattie dei bambini).
Studiò le bronchiti, le enteriti, il crup, l’idrocefalo acuto del bambino pubblicando le sue osservazioni a Edimburgo nel 1801 (Saggio sulle malattie dei bambini).
Professore di chirurgia all’Università di Dublino, noto anatomista, che nel 1814 dissertò sulla frattura del radio che da lui prese il nome di Frattura di Colles, emise la prima legge sull’ereditarietà sifilitica nel 1837. (7)
Si dedicò alla cura dei piedi torti e dopo aver perfezionato gli studi in Germania alla Scuola di John Muller, tornò a Londra per fondarvi il Royal Orthopedic Hospital. Il suo nome è legato alla descrizione della paralisi spastica infantile ( Morbo di Little) che pubblicò nel 1862. (8)
Fondatore del primo ospedale pediatrico di Londra di Great Ormond Street, pediatra maturato dalla esperienza ostetrica, pubblicò le sue lezioni nel 1848, creando un testo di riferimento fino alla fine del secolo, testo che fu tradotto in diverse lingue. (9) Nel 1871 pubblicò Sopra alcuni disturbi del sistema nervoso dei bambini, dove descrisse l’encefalopatia mioclonica infantile (10) che da lui prese nome (sindrome di West). West diede il suo notevole contributo anche nel campo dell’organizzazione ospedaliera pediatrica pubblicando uno studio dal titolo On hospital organisation, with special reference to the organisation of hospitals for children. London, 1877.
Scrisse sulle neuropatie, sulla lebbra, sulla varicella, ma il suo contributo più importante per la pediatria fu quello relativo alla descrizione clinica della sifilide congenita ( Triade di Hutchinson). (11)
Maturò i suoi studi nel prestigioso Hospital for Sick Children in Great Ormond Street, che può essere considerato la culla della pediatria inglese. I suoi studi furono orientati sullo scorbuto infantile, cui egli per primo diede i caratteri di malattia autonoma fornendone le prove cliniche ed anatomo-patologiche, mentre, prima di lui, lo scorbuto era considerato l’espressione del rachitismo acuto. Da lui lo scorbuto prese il nome di morbo di Barlow.
Affrontò per primo i problemi della prenatalità sia sotto il profilo scientifico che organizzativo, con grande anticipo su quelli che sarebbero stati i reali e concreti sviluppi di questa importantissima branca della Pediatria, che costituisce il trait-d’union tra la Pediatria stessa e la Ostetricia.
Clinico e storico della medicina, docente al King’s College di Londra e direttore del Great Ormond Street Hospital, descrisse la poliartrite cronica primitiva infantile che da lui prese il nome di Morbo di Still. (12)
Gli inglesi si preoccuparono molto anche di come istruire adeguatamente il personale infermieristico addetto alle cure dei bambini (13) fondando due scuole di questo tipo: il Princess Cristian Training College di Manchester e il Nordland Institute di Cambridge Square di Londra.
Riguardo al resto d’Europa non possiamo trascurare la Russia, dove nel 1834 veniva fondato a Pietroburgo il secondo ospedale infantile al mondo, dopo quello di Parigi, capace di 100 letti, seguito nel 1842 da quello di Mosca, anch’esso capace di 100 letti.
Sempre a Pietroburgo nel 1869 C. Rauchfuss (1835-1915) fondò l’Ospedale pediatrico Principe di Oldenburg, capace di 262 letti, dotato di reparto d’isolamento, personale specializzato e Clinica per l’insegnamento. Diede lustro alla pediatria russa anche Nil Feodorowitsch Filatow (1847- 1902), il cui nome è legato alla Roseola scarlattiniforme o “quarta malattia” o “malattia di Filatow-Dukes”. Scrisse un importante compendio di pediatria tradotto e pubblicato in Italia da Francesco Fede nel 1907. (14)
Nel Nuovo Mondo introdussero la pediatria a New York Job Lewis Smith (1827-1897), autore di un importante trattato per l’epoca. (15) Tradotto anche in lingua spagnola ebbe grande diffusione anche nell’America latina. Insieme a lui il tedesco americanizzato Abraham Jacobi (1830-1919), che fondò a New York la prima clinica pediatrica nel 1860, diventando l’instancabile sostenitore della pediatria come branca indipendente della medicina, della organizzazione di ospedali pediatrici e di pubblicazioni e riviste pediatriche. Fu anche autore di una storia della pediatria pubblicata nel 1913.
Da citare anche Joseph O’ Dwyer (1841-1898), che perfezionò e introdusse, dopo 12 anni di prove, il metodo della intubazione della laringe nella stenosi difterica in sostituzione della tracheotomia e che morì per l’infezione contratta durante un intervento.
La nuova visione del problema “infanzia malata” diede i suoi frutti neppure troppo in ritardo rispetto al resto d’Europa, perché già nel 1843 il conte L. Franchi fondava a Torino l’Ospedale infantile Regina Margherita Il primo ospedale pediatrico italiano, destinato specificamente a bambine rachitiche e scrofolose dai 3 ai 12 anni, denominato Ospedaletto di S.Filomena fu fondato dalla marchesa Falletti di Barolo a Torino nel 1845, dotato di 40 letti. Facendo frutto di una sempre più vigorosa cultura salutistica che faceva perno sulle cure climatiche ed elioterapiche per la cura delle forme tubercolari e ghiandolari Giuseppe Barellai (1813-1884) fondava a Viareggio nel 1862 la prima colonia marina, cui sarebbero seguite numerose altre al mare e in montagna. Nel 1869 sorgeva a Roma l’Ospedale del Bambin Gesù, per iniziativa della duchessa Salviati, dove venivano accettati bambini da 2 a 12 anni.
Nel 1876 a Trieste sorgeva lo Spedale Infantile che, dagli iniziali 20 letti giungeva nel 1900 a 80 letti. Seguivano in ordine: Livorno (1880); Cremona (1881), Napoli (1881), Alessandria (1885), Genova (1888), Milano (1897), Mantova (1900), Ancona (1900), Parma (1900), Brescia (1902).
La caratteristica comune di quasi tutti gli ospedali infantili era quella di avere iniziato la propria attività per iniziativa e col concorso della beneficenza privata, quasi mai o scarsamente per iniziativa delle pubbliche istituzioni. Spesso questi ospedali iniziavano la loro attività in modesti edifici presi in affitto, per diventare col tempo sempre più grandi ed adatti allo scopo, con successivi ampliamenti, restauri dei vecchi edifici, o addirittura con la costruzione di nuovi.
In molte città, anche italiane, l’assistenza ospedaliera all’infanzia veniva fornita anche nell’ambito dei grandi ospedali generali, che vi dedicavano appositi padiglioni, da cui sarebbe scaturita l’annosa querelle, se sia migliore un ospedale pediatrico autonomo o quello inserito nel corpo di un ospedale generale. Un difetto dell’assistenza ospedaliera di quell’epoca fu quello dell’esclusione dei bambini di età inferiore ai 3 anni, fascia di età nella quale si riscontravano la maggiore morbilità e mortalità. Questo era dovuto alla difficile gestione dell’assistenza a bambini così piccoli. Il problema fu risolto nel tempo migliorando l’organizzazione interna dei padiglioni con personale maggiormente qualificato, allargando quindi la possibilità di ricovero a tutte le fasce di età pediatrica.
Dopo il vanto di avere dato i natali al primo incunabolo pediatrico con Paolo Bagellardo verso la fine del XV secolo e al primo vero trattato di pediatria con Gerolamo Mercuriale circa un secolo dopo, gli studi in favore delle malattie infantili languirono diventando tributari delle altre nazioni europee. Anche se la prima scuola europea di pediatria fu fondata in Firenze nel 1802, la sua vita fu di così breve durata e la sua fama così effimera, che la sua realtà riveste oggi solo un valore storico- documentario.
Bisogna attendere oltre 80 anni dalla fondazione della Scuola pediatrica fiorentina, prima di vedere nascere, in un Italia ormai unita, una cattedra per l’insegnamento della pediatria. Il merito spetta a Dante Cervesato (1850-1905), di Rovigo, il quale, dopo avere fatto le sue esperienze in campo pediatrico come allievo del Wiederhofer a Vienna, tornato a Padova, dove si era laureato, riuscì con personali sacrifici ad allestire una piccola Clinica Pediatrica nella quale ricevette nel 1889 l’incarico come ordinario di Pediatria. Spetta perciò a Padova e al prof. Dante Cervesato la palma della prima cattedra universitaria di pediatria. Da Padova Cervesato nel 1900 passò a Bologna per iniziare anche lì l’insegnamento di questa materia. In quella sede , peraltro modestissima, Cervesato riuscì a creare una fiorente Scuola pediatrica con studi sulla tetania, la tubercolosi infantile, le affezioni emorragiche neonatali, l’appendicite, i tumori intestinali, la cirrosi epatica, la poliomielite. Fu condirettore con Francesco Fede della rivista “La Pediatria”. A Padova gli era successo il prezioso collaboratore Vitale Tedeschi ( 1854-1919), di Trieste.
Ma il massimo esponente della Pediatria italiana delle origini, anche se cronologicamente non il primo, va considerato Francesco Fede (1832-1913), nativo del Sannio, che, laureatosi a Napoli, dedicò i suoi primi studi alle ricerche istologiche e fisiologiche, mettendosi all’avanguardia in territorio nazionale per quei tempi, fino a fondare il Museo anatomo-patologico nel nosocomio degli Incurabili. Entrato in Parlamento nel 1890, si battè a fondo a favore dell’insegnamento della Pediatria in tutte le università italiane, rendendone obbligatorio l’insegnamento, esaltandone l’importanza non solo dal punto di vista scientifico ma anche sociale. La Scuola fondata da lui a Napoli che aveva come sede angusti ambienti nel corpo dell’Ospedale Gesù e Maria ebbe il suo inizio nel 1887. Nel 1904 l’Istituto divenne ospite della Clinica Ostetrica. Importanti i suoi studi sull’anemia splenica, sulla nefrite, sulla malattia di Parrot (atrepsia), sul rachitismo congenito. Fu socio fondatore e presidente della Società Italiana di Pediatria e nel 1893 fondò il periodico “ La Pediatria”.
Di Viterbo. fu colui che introdusse la Pediatria come corso libero nell’Università di Roma nel 1897. Nel 1881 fu nominato comprimario della Sala Alessandrina dell’Ospedale Alessandrino in Sassia, che disponeva di un piccolo reparto infantile. Nel 1897 apriva un ambulatorio pediatrico in un modesto ambiente della Clinica Chirurgica ove teneva lezioni agli studenti di medicina, sempre molto affollate. L’anno successivo riusciva ad aprire una sezione pediatrica presso l’Ospedale di S.Spirito dotata di 10 lettini per divezzi e due culle per lattanti al seno, cui si aggiungevano un ambulatorio ed un laboratorio di analisi. Nel 1906 avvenne il trasferimento al Policlinico Umberto I ove rimase fino al 1922, anno in cui l’Istituto ebbe una sede propria, quella attuale, di cui però Concetti non ebbe la soddisfazione di vedere il compimento perchè morì due anni prima. Concetti ebbe una ricca produzione scientifica. Fu attento studioso della difterite in tutti suoi aspetti, clinico, batteriologico e epidemiologico. Tra i primi in Italia eseguì la sieroterapia antidifterica. Fu tra i primi anche a studiare la meningite cerebrospinale epidemica e le altre forme di meningite, propugnando ed eseguendo personalmente la puntura lombare nei bambini, tecnica molto temuta ed eseguita con trepidazione anche da valenti chirurghi. Avviò importanti studi sulla malaria e sulle ghiandole a secrezione interna, sviluppando importanti studi soprattutto sull’ipertiroidismo infantile. Non trascurò gli aspetti sociali della pediatria avviando la riforma dei brefotrofi e stimolando la creazione di opere di assistenza materno infantile. Promosse il primo Congresso della Società Italiana di Pediatria di cui fu Socio fondatore e poi presidente nel 1903. Fondò nel 1904 la “Rivista di Clinica Pediatrica” insieme a Giuseppe Mya.
Di Torino, fu chiamato nel 1891 a Firenze alla Cattedra di Patologia Medica con l’incarico della Clinica Pediatrica, ottenendone l’ordinariato nel 1900. Spaziò in ogni campo della patologia infantile, legando il suo nome al “ reticolo del Mya” che è quella sorta di tela di ragno dovuta ad un sottile coagulo di fibrina che si forma nel liquor dei malati di meningite tubercolare, ma anche all’idrocefalo congenito famigliare (malattia di Mya), e al megacolon congenito (malattia di Battini-Mya-Hirschprung). Fu membro della Società Tedesca di Pediatria diventando condirettore con Czerny del periodico tedesco della specialità. Nel 1901 Mya riuscì a trasferire gli angusti locali del suo Istituto dall’Ospedale della Maternità all’ospedale infantile Anna Mayer che il marchese di Montagliani aveva fondato nel 1887 in memoria della moglie. Moriva a soli 54 anni nel 1911 senza riuscire a pubblicare in un trattato la somma delle sue esperienze che andava riordinando. Tredici anni dopo la sua morte l’Ospedale Mayer di Firenze veniva occupato intieramente dalla Clinica pediatrica diventando Ospedale specializzato.
Fu dal solco tracciato da questi maestri che fiorì e si sviluppò la Scuola pediatrica italiana nel corso del XX secolo.
Nel corso del XX secolo diedero lustro alla pediatria Italiana, nelle seguenti sedi, maestri come:
1) Medico e chimico di Strasburgo, della cui università fu rettore per 5 anni.
2) Pubblicò nel 1779: De crusta lactea infantum, Francoforte, 1779
3) Handbuch der Kinderkrankheiten, iniziato nel 1877.
4) Dall’editore Jovene di Napoli. Ma già nel 1880 l’editore Riccardo Marghieri di Napoli aveva pubblicato una traduzione di D.Franco e F.Massei con note e aggiunte di L.Somma sulla terza edizione tedesca, in formato ridotto ad un solo volume di 868 pagine contro le oltre 7000 dell’edizione tedesca.
5) Il suo esperimento di ricoverare i bambini ammalati nei reparti femminili per darli in custodia a donne convalescenti o affette da malattie lievi si rivelò fallimentare.
6) Tradotto e pubblicato a Pavia nel 1793
7) Anche P.F. Baumes di Lione nel 1840 e l’italiano Giuseppe Profeta nel 1865
8) W.J.Little, Influence of Abnormal Parturition in relation to deformities, 1862.
9) La traduzione italiana è del 1876, Vallardi, Milano
10) Caratteristico il “ tic di salam” del lattante che flette bruscamente il capo e le braccia mentre è seduto sul letto.
11) Caratterizzata da: malformazioni dentarie, sordità, cheratite interstiziale, oltre che da naso a sella, cicatrici labiali ragadiformi ( di Fournier), versamenti bilaterali delle ginocchia etc.
12) Avente come segni caratteristici, oltre che le manifestazioni articolari tipiche dell’artrite, un’eruzione cutanea simulante una malattia esantematica e adenosplenomegalia
13) Chiamate le “ baby-nurse”.
14) Ma esisteva già una prima traduzione italiana di Enrico Mensi di un “ Trattato di semeiotica e diagnostica delle malattie dei bambini " di Filatow pubblicato a Torino dai F.lli Bocca Editori nel 1894.
15) Il Treatise on the Diseases of Infancy and Childhood, Filadelfia, 1869.
29/4/2010
29/4/2010
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